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Depressione segni sintomi e classificazione

Il lutto impossibile per un oggetto inesistente

 

La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l’assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l’incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare…

(Erich Fromm)

 

 

 

Definizione:

La parola deriva dal latino melancholia, che a sua volta trae origine dal greco melancholía, composto di mélas, mélanos (nero), e cholé (bile), quindi "bile nera", uno dei quattro umori dalle cui combinazioni dipendono, secondo la medicina greca e romana, il carattere e gli stati d'animo delle persone.

 

Dati epidemiologici

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 322 milioni di persone nel mondo soffrono di depressione (dati del 2015) e l’incidenza di questa malattia è cresciuta quasi del 18,4% negli ultimi dieci anni ed è tutt’ora in crescita.


Secondo l’OMS i disordini mentali più comuni si riferiscono a due principali categorie diagnostiche: i disturbi dell’umore e i disturbi d’ansia. Questi disturbi sono altamente presenti nella popolazione e impattano sull’umore o sui sentimenti delle persone che ne sono affette. Questi disturbi sono patologie diagnosticabili e sono distinti dai sentimenti di tristezza, dallo stress o dalla paura che ognuno di noi può esperire a volte nella propria vita.

La depressione può colpire persone di tutte le età, in tutte le fasi della vita, e il rischio di ammalarsi di questa malattia è aumentato dalla povertà, dalla mancanza di lavoro, da eventi vitali come la morte di una persona amata, la rottura di una relazione, malattie fisiche, problemi causati dall’uso di alcool e droghe.

 

Segni e sintomi

La depressione fa parte dei disturbi dell'umore, insieme ad altre patologie come la mania e il disturbo bipolare . Essa può manifestarsi con un singolo episodio transitorio, per esempio in seguito ad una separazione o ad un lutto (si parlerà quindi di episodio depressivo), ovvero di un vero e proprio disturbo (si parlerà quindi di disturbo depressivo). L'episodio o il disturbo depressivo possono avere a loro volta una maggiore o minore gravità. 

Il disturbo depressivo maggiore si distingue dalle depressioni minori, in gran parte reattive,  che non hanno gravi conseguenze, per il fatto che la sintomatologia è di lunga durata e tale da compromettere l’adattamento sociale della persona.

 

Depressione maggiore

La depressione maggiore  è un disturbo dell’umore che richiede un intervento medico specialistico e psicoterapico, un trattamento integrato con psicofarmaci e psicoterapia. 

La depressione maggiore, detta anche depressione endogena, è una depressione completamente slegata da particolari eventi. I principali sintomi sono relativi al tono dell’umore, la vitalità della persona, il tipo di ideazione e la capacità di concentrazione. La depressione è il lutto impossibile per un oggetto inesistente.

Nello specifico la depressione maggiore si caratterizza per questi sintomi:


umore depresso per la maggior parte della giornata

• marcato disinteresse o piacere verso le normali attività

• significativa perdita di peso o alterazioni dell’appetito (aumento o diminuzione significativi)

• insonnia o ipersonnia persistente

• agitazione psicomotoria o rallentamento della motricità

• sensazione di fatica o di perdita di energie

• bassa autostima o eccessivi sensi di colpa

• diminuzione delle capacità di attenzione e concentrazione… (DSM V)  


Secondo il DSM-5 per poter fare diagnosi di disturbo depressivo maggiore è necessario che siano presenti almeno 5 di questi sintomi per una durata di almeno due settimane.

 Sentimenti di inquietudine, impotenza, rassegnazione, autosvalutazione, inutilità, sfiducia, delusione costante, pessimismo sul futuro, vittimismo, negativismo sul presente, perdita di senso di vivere, senso di vuoto, tendenza al pianto, fino a senso di fallimento, sconforto o disperazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa, recriminazione, risentimento e ruminazione (fino a casi limite di angoscia e deliri con distacco dalla realtà). Ciclici pensieri di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza elaborazione di piani specifici, o con  l'elaborazione di un piano specifico per commetterlo oppure un tentativo di metterlo in atto…


I sintomi possono essere diversi da paziente a paziente e  hanno solitamente un decorso lento che tende ad aggravarsi nel tempo se non curato tempestivamente. Nel 50-60% dei casi un episodio depressivo maggiore, che di solito dura sei otto mesi, sarà seguito da altri episodi e in questo caso si configurerà la malattia depressiva.

Un paziente che sperimenta un episodio depressivo maggiore mostra un tono dell’umore molto basso in tutti gli ambiti della vita e l'impossibilità di provare piacere nelle attività che in precedenza considerava piacevoli. Le persone depresse possono apparire preoccupate, si possono sentire inutili, avere sensi di colpa inappropriati, provare sensazioni di impotenza, di  disperazione e odio di sé, e una profonda sensazione di vuoto. 

Nei casi più gravi, possono avere sintomi di psicosi: questi comprendono deliri ed allucinazioni, di solito spiacevoli. Altri sintomi includono un peggioramento delle performances di concentrazione e memoria, ritiro sociale e dalle attività, calo del desiderio sessuale e ideazione suicidaria. Nell'80% dei casi la persona depressa risulta soffrire di insonnia nella sua forma tipica (ci si sveglia presto e non si riesce più a dormire). In altri casi può essere presente l'ipersonnia, durante la quale la persona può manifestare un sonno agitato o apparire letargico.

La depressione spesso accompagna i disturbi fisici più comuni tra gli anziani, come per esempio  il Parkinson e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, le malattie cardiache o l’ictus.

Nei bambini depressi l’umore è più facilmente irritabile, più che depresso,  accompagnato da sintomi che possono essere scambiati per normali sbalzi di umore. Questi bambini perdono interesse per la scuola, spesso non hanno un buon rendimento scolastico, sono descritti come viscosi, esigenti, insicuri o dipendenti.

La depressione maggiore influenza in modo significativo tutti gli ambiti della vita della persona: la famiglia, le relazioni personali, il lavoro, le abitudini di sonno e alimentazione e la salute in generale.

 

Classificazione delle forme depressive


Esistono diverse forme di depressione; una primaria classificazione delle forme depressive è la seguente:

  • Depressione reattiva: depressione come reazione, dovuta ad un evento scatenante come la morte di una persona cara, una separazione, un fallimento, una delusione sentimentale, problemi sul lavoro, il licenziamento, una violenza fisica o psicologica, ecc., la cui durata e intensità è sproporzionata rispetto alla causa scatenante.  Al suo interno si possono collocare i "disturbi dell'adattamento" e le "reazioni da lutto" .
  • Depressione endogena: è riconducibile ad un’eziologia genetico-biologica presente nel paziente e non ad eventi scatenanti come nel caso della depressione reattiva.
  • Depressione ansiosa: è una forma in cui il disturbo dell'umore si accompagna ad una forte ansia con attacchi di panico
  • Distimia: (o disturbo distimico): per poterla diagnosticare è necessaria la presenza di umore cronicamente depresso per un periodo di almeno due anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un episodio depressivo maggiore.
  • Disturbo dell'adattamento con umore depresso: si verifica come risultato di fattori stressanti e si manifesta in genere entro tre mesi dall'inizio dell'evento con grave disagio psicologico e compromissione sociale. Solitamente,  eliminato il fattore di stress, questo disturbo depressivo scompare entro sei mesi.
  • Depressione post-partum: disturbo dell'umore che colpisce il 10-20% delle donne nelle 48 ore successive al parto. Nelle prime settimane dopo il parto per alterazioni ormonali, si preferisce parlare di baby blues, disturbo piuttosto diffuso e che non necessariamente si trasforma in depressione post-partum.
  • Depressione mascherata: presenta un’amplificazione dei sintomi non affettivi della depressione. I pensieri, le ideazioni, i sintomi somatici in questa forma risultano ampliati.
  • Depressione secondaria: depressione dovuta ad altre malattie psichiatriche, malattie neurologiche, organiche o a farmaci. 

Esse sono:

 

  • Disturbi d'ansia: essi possono aggravare sensibilmente la sintomatologia del disturbo depressivo ed allungare i tempi di recupero. 
  • Sindrome DDAI, sindrome da fatica cronica e da Burn out, PTSD, anoressia, disturbi di personalità, schizofrenia
  • disturbi neurologici e neurovegetativi
  • disturbi del sistema endocrino
  • disturbi del metabolismo, alterazione degli elettroliti
  • disturbi dell'apparato digerente
  • patologie cardiache (scompenso cardiaco e MI);
  • patologie respiratorie
  • altre patologie autoimmuni o neoplasie
  • patologie derivante da cattivi stili di vita: come per esempio la deprivazione del sonno, cattiva alimentazione, stile sedentario, ecc.

 

Disturbo Disforico Premestruale 

 Questo disturbo è diagnosticato quando sono presenti, nella maggior parte delle fasi pre mestruali, almeno 5 dei seguenti sintomi:

  • profonde oscillazioni del tono dell’umore
  • irritabilità e litigiosità
  • umore sensibilmente basso con sentimenti di disperazione e pensieri di autosvalutazione
  • ansia marcata
  • anedonia
  • difficoltà di concentrazione
  • spossatezza
  •  cambiamenti nell’appetito
  • senso di perdita del controllo 
  • sintomi fisici (dolori mestruali)

Si ritiene infine che tale disturbo sia fortemente influenzato dagli ormoni e che questi giochino un fattore importante nella genesi del disturbo.

 

I disturbi bipolari

Tra i disturbi dell’umore, oltre ai disturbi depressivi troviamo i disturbi bipolari. A differenza dei disturbi depressivi, in cui l’umore è depresso,  nei disturbi bipolari osserviamo la presenza di episodi maniacali o ipomaniacali alternati da episodi depressivi. Nella mania o nell’ipomania (che è una variante “leggera” della mania) tutto è accellerato: il pensiero, l’eloquio, l’attività motoria e l’umore si definisce “espanso“, elevato, euforico e il paziente si comporta in modo disinibito e allegro ma molto sopra alle righe. I disturbi bipolari sono così suddivisi:

Disturbo Bipolare I: caratterizzato da alternanza di episodi maniacali, ipomaniacali e depressivi

Disturbo Bipolare II: caratterizzato da alternanza di episodi ipomaniacali e depressivi

Ciclotimia: caratterizzata da alternanza di lievi episodi ipomaniacali e lievi episodi depressivi

Disturbo Bipolare indotto da sostanze: quando l’alterazione del tono dell’umore è attribuibile solamente a farmaci o sostante assunte dal paziente…


In generale le depressioni unipolari tendono ad essere curate con un trattamento integrato di terapia farmacologica e psicoterapia. Entrambe queste forme di cura hanno mostrato una buona efficacia nel trattamento della depressione, soprattutto se combinate insieme.

 

Comorbidità

• La depressione maggiore è spesso presente nella food addiction.

• Nei pazienti depressi si riscontra un aumento dei tassi di abuso di alcool e di assunzione di droga ed in particolare è più frequente la dipendenza.

• Nel 65% dei casi si nota correlazione tra depressione e dolore cronico: molti pazienti affetti da dolori cronici soffrono di depressione, che viene spesso fraintesa, e la cui diagnosi viene formulata tardivamente o anche non formulata.

• la depressione aumenta da 1,5 a 2 volte il rischio di contrarre malattie cardiovascolari.

• La conseguenza di un ictus nel 25-50% dei casi sfocia in un disturbo depressivo, soprattutto nei giovani adulti e nelle donne. Il trattamento precoce della depressione post-ictus potrà influire in modo positivo sul recupero del paziente dal colpo apoplettico.

• Vi è una forte correlazione tra la malattia di Parkinsons e la depressione. Vi è indicazione, in questi casi, al trattamento integrato sia farmacologico che psicoterapico.


Nel caso del disturbo depressivo è importante rimarcare come non tutte le alterazioni del tono dell’umore siano da considerarsi patologiche. A ognuno di noi capita di provare, in alcuni momenti della propria vita, sentimenti come tristezza, sconforto, pessimismo o più propriamente, sentimenti di vuoto. La differenza tra un soggetto sano ed un soggetto malato di depressione sta nella durata di questi episodi.

Si parla di depressione quando il disturbo dell’umore è pervasivo e compromette l’adattamento sociale, lavorativo e relazionale del soggetto

Poter individuare e riconoscere un episodio depressivo all’esordio è importantissimo perché permette di avere una migliore prognosi. Frequentemente, invece, le persone convivono con questa malattia per anni prima di rivolgersi ad uno specialista. 

 

 

 

 

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